Fare il backup non è sufficiente se non lo facciamo nel modo corretto.
Visto il continuo propagarsi di minacce di tipo Ransonware / Cryptovirus (cryptolocker e similari), ribadiamo alcuni concetti per la corretta esecuzione del backup.
Tali minacce infettano ogni “percorso” che sia raggiungibile dal computer locale, sia che siano periferiche locali (dischi interni, esterni o chiavette USB), sia che siano unità di rete (condivisioni su server remoti o condivisioni ubicate su dischi di rete).
Come è ben possibile immaginare, se l’unità, usata per il backup è accessibile dal computer infetto, viene a sua volta compromessa rendendo impossibile ogni tentativo di recupero dei dati.
Per evitare tale problematica si sottolinea la necessità di proteggere con password la destinazione del backup, facendo in modo che solo il processo di backup ne abbia accesso impostandone le corrette credenziali.
Ricordiamo che il virus o il ransomware “lavora” utilizzando le credenziali e i permessi dell’utente attualmente connesso al momento dell’infezione
Nel caso il backup fosse effettuato su un disco esterno connesso localmente (USB) tale unità andrebbe mantenuta disconnessa e andrebbe collegata solo per il tempo necessario all’esecuzione del salvataggio.
Una delle ultime soluzioni per l’archiviazione e il salvataggio dei dati è quello di affidarsi ad una coppia di NAS. In questo caso, una unità fungerà da server e andrà a sincronizzarsi con l’altra unità che avrà la funzione di repository per il backup.
Oltre a queste precauzioni , valgono le consuete vecchie buone regole; verificare giornalmente l’esito del backup, affidandosi possibilmente a soluzioni professionali che permettono l’invio dell’esito dell’operazione tramite email o altri sistemi di notifica, mantenere più di ogni versione dei salvataggi, nel caso si dovesse ripristinare qualcosa andando indietro nel tempo etc etc.
Il backup è l’ultima e unica vera difesa che protegge i tuoi dati e la tua attività.
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